Sempre più si sente parlare di Life Coach, figura tanto diffusa quanto poco compresa e accettata in Italia. Mentre nel mondo anglosassone è ormai una professione al livello del counsellor, in Italia si tende a non saperne l’esistenza o peggio ancora a etichettarla e giudicarla come un qualcosa di inutile, esotico, dannoso, di moda e assolutamente non professionale. Soprattutto nel mondo della psicologia, viene vista come una versione annacquata della figura dello psicologo, quando in realtà ha a che fare con ben altro. Vediamo di seguito di cosa si tratta e quali sono le differenze con le altre professioni simili.
La parola “coach” deriva del francese coche che significa carrozza o cocchio, ovvero un mezzo trainato da cavalli e condotto da un pilota, chiamato cocchiere. Nel XIX secolo gli studenti universitari inglesi usavano il termine coach per riferirsi ai migliori tutor che li avevano accompagnati nell’ultimo anno. Negli USA il coach nasce principalmente in ambito sportivo, per aumentare e migliorare la prestazione nella competizione. Il coach non si limita all’aspetto meramente fisico della prestazione, ma lavora anche su quello emotivo, psicologico, stimolando gli atleti, creando spirito di squadra motivandola così ad affrontare gli avversari con maggior carica e sicurezza.

Life Coach: nascita e definizione
“Abbiamo bisogno di persone che sappiano sognare cose che non ci sono mai state.“
J. F. Kennedy
Il primo a dare un contributo scritto di rilevante importanza è stato W. Timothy Gallwey che, con il suo libro The Inner Game of Tennis uscito nel 1974, getta le prime fondamenta dei principi di base del coaching: “C’è sempre un gioco interiore in corso nella nostra mente, non importa in che altro gioco siamo impegnati. Il modo in cui lo affrontiamo è quello che spesso fa la differenza tra il nostro successo e il nostro fallimento“. Timothy propone il suo approccio non solo al tennis, ovviamente, ma a moltissimi altri campi non solo sportivi, come la musica, il lavoro, l’educazione, la vita personale. Soltanto negli anni 90, però, appaiono i primi coach nelle imprese, ruolo inizialmente rivestito dai manager che, per migliorare le loro capacità umane, empatiche e professionali si sono affidati a dei veri e propri coach. In pochi anni questa figura diventa sempre più presente e preponderante sia nell’ambito lavorativo che in quello spirituale, della vita personale, delle relazioni. Fino ad arrivare alla creazione di figure specializzate, ognuna con la sua nicchia e relativi corsi di formazione.
Definizione
Seguendo le parole di uno dei padri del coaching moderno, John Whitmore, potremmo definire il life coaching in questo modo: “Supportare le persone perché facciano crescere se stesse e le proprie performance, chiariscano il loro scopo e la loro visione, raggiungano i propri obiettivi e realizzino il proprio potenziale”. Il coach è quindi un motivatore, qualcuno che aiuta il coachee (la persona che si rivolge al coach) a far fiorire i propri doni in vista del raggiungimento di un obiettivo, in generale per realizzare la propria felicità. Il coach non è un risolutore di problemi, un consulente, un mentore, un esperto, un insegnante e neanche un consigliere. Il coach è un facilitatore, un motivatore, qualcuno con cui lasciar uscire le proprie idee, un elevatore della coscienza. Il non essere un esperto è, in realtà, un punto di forza del coach: il suo ruolo è quello di far emergere le risposte dall’interno del coachee e non di trasmettere la sua conoscenza, che potrebbe portare a minare la fiducia in sé stesso e a creare un rapporto di sudditanza verso il coach stesso.
Differenze fra coach, counsellor, mentor, psicologo o psicoterapeuta
Le differenze con queste figure possono sembrare minime, ma di fatto sono sostanziali. Cominciamo con la psicologia.
Lo psicologo e lo psicoterapeuta sono figure professionali riconosciute, che hanno l’abilitazione alla terapia psicologica, cosa che il life coach non ha. Queste figure si rivolgono a dei veri e propri pazienti che presentano problematiche patologiche, come i disturbi della personalità, che il life coach non può affrontare non avendo la preparazione né gli strumenti adatti. In definitiva tutto ciò che rientra sotto la terapia psicologica è ambito esclusivo di psicologi e psicoterapeuti.
Counsellor o counselor (a seconda se lo si scrive all’inglese o all’americana). Si tratta di una figura non riconosciuta, almeno in Italia, parimenti al life coach. Il suo ambito di azione è, però, diverso dal quello del coach. Si occupa principalmente di affrontare il passato di una persona, sempre in relazione al presente, da un punto di vista emotivo. Il counselling è l’arte di sapersi aiutare: aiuta a trovare nuove possibilità riguardo a momenti di crisi, disagi emotivi, relazioni difficili, periodi di cambiamento, scelte da compiere. Il counseling promuove dunque processi di cambiamento individuando nuove strade percorribili e modalità di azione fino a quel momento non considerate. La caratteristica principale del counsellor è l’ascolto, mista a compassione, capacità di immedesimarsi nell’altro e di comprenderlo, dando sostegno emotivo e psicologico.
Mentor: è una figura esperta in un determinato campo. Egli trasmette le sue conoscenze ai diretti interessati di modo che diventino degli esperti in quel determinato settore. Si tratta di una guida per i meno esperti, una figura di riferimento da imitare nel suo vivere ogni giorno la sua realizzazione nel suo campo. Egli apre le porte alla conoscenza di cultura, valori, riti, tecniche, metodologie, reti di relazioni e altri elementi spesso non codificati in documenti, procedure o manuali ma fondamentali per avere successo. È un punto di riferimento, più o meno temporaneo, di colui che impara, a cui offre esperienza e conoscenza del contesto per favorirne la crescita e l’integrazione nel contesto organizzativo.
Il life coach, come abbiamo detto, è un motivatore. A differenza del counsellor, si concentra più sul futuro, sempre in relazione al presente, e sul raggiungimento di obiettivi specifici. Basandosi sulla condizione presente del coachee, non si sofferma sul suo passato né cerca di risolvere i suoi traumi emotivi, ma bensì cerca di accompagnare il coachee verso la realizzazione di un progetto concordato insieme. L’ascolto attivo, l’uso di domande “potenti”, il saper dosare il mettere in discussione con il supportare e motivare, la sospensione del giudizio, dare gli strumenti per trovare le risposte dentro di sé sono le caratteristiche principali di un coach. Non dirà mai cosa fare e cosa non fare, né fornirà risposte o soluzioni, ma spingerà il coachee a trovare le risorse necessarie dentro di sé per raggiungere l’obiettivo o per, eventualmente, ridimensionarlo o cambiarlo. Il coaching, infatti, è un metodo che implica azione concreta sin da subito, è una tecnica molto veloce ed efficace.
In conclusione, mentoring, coaching e counselling sono attività non riconosciute che NON possono lavorare a livello terapeutico e che si occupano di ambiti diversi, accomunati dal tentativo di portare il livello di benessere del “cliente” a un grado superiore. La psicologia e la psicoterapia, invece, lavorano in ambito terapeutico e cercano di curare delle patologie del paziente per riportarlo alla condizione di benessere “normale”.
Modalità di lavoro
Di solito il life coaching si basa su dei semplici modelli esecutivi. Essendo un lavoro di ascolto e di continue domande, deve essere flessibile e libero da dinamiche rigide. Quasi tutte le scuole di coaching, ormai, insegnano questo modello sviluppato da Whitmore, chiamato GROW, che altri non è se non un acronimo di Goal, Reality, Options and Will.
- OBIETTIVO (Goal): coach e cliente stabiliscono l’obiettivo del coaching e di ogni sessione
- REALTÀ (Reality): viene approfondita la situazione attuale in cui si trova il cliente, inclusi i risultati delle azioni fatte in precedenza e i possibili blocchi interiori e esterni
- OPZIONI (Options): vengono messe a fuoco le possibili alternative d’azione
- AZIONE (Will): viene deciso esattamente quale alternativa seguire, come e quando.
Esistono molti altri modelli e approcci, ma si può dire che questo è il più diffuso e seguito. Di fatto i modelli sono principalmente indicativi perché alla fine l’importante è l’ascolto, l’empatia, il saper porre domande “potenti”, sapere quando supportare, quando scuotere, quando ascoltare, quando parlare, e quando concludere. È una danza fra il coach e il coachee, in cui ci si alterna alla guida per raggiungere il massimo col minimo sforzo.
Fondamentale è che ogni sessione, che di solito dura un’ora e può essere dal vivo, via videochiamata o più raramente al telefono, concluda con una risoluzione concreta, con l’intento di mettere in pratica subito ciò che è stato raggiunto. Quante sessioni siano necessarie per raggiungere il proprio obiettivo (o risolvere il problema) è assolutamente personale e varia da caso a caso. Ho avuto casi che già dopo la prima sessione avevano raggiunto il loro scopo, altri invece che hanno avuto bisogno di tre sessioni, di cinque o anche di dieci. Sebbene il coaching è di solito individuale, può anche essere fatto di gruppo, lavorando su temi più generali ma sfruttando la forza e l’energia tipiche del gruppo.

Ambiti di lavoro: le nicchie
“Cambiando il modo di fare le cose abituali; permetti che un uomo nuovo cresca dentro di te.”
Paolo Cohelo
Coach della vita
Il life coaching è una disciplina che si occupa di ogni ambito della vita. Riprendendo le tecniche del coaching sportivo e manageriale, applicate alla vita privata, e non solo. Basandosi sulla tecnica socratica della maieutica, il coach non deve essere un esperto, in quanto cerca di far emergere le risposte dall’interno del coachee stesso. Deve questionare, scuotere, motivare, supportare allo stesso tempo, permettendo al coachee di vedere altri punti di vista, nuove possibilità, nuove risorse finora rimaste in ombra. Essendo la vita un ambito estremamente vasto, il life coach si specializza in uno o più ambiti, chiamati nicchie.
Le tre macro nicchie
Si possono individuare circa 3 marco nicchie che racchiudono tutte le altre: Fitness&Salute, Lavoro, Vita privata. Nella prima rientra tutto ciò che ha a che fare con lo sport, le performance sportive, la dieta, il perdere peso (o prenderlo), vivere e mangiare sano, no waste, etc. La macro nicchia del lavoro include tutte quelle che riguardano la carriera, investimenti, aprire un nuovo business, far crescere un business esistente, marketing, time managing, leadership, vendite, colloqui, ricerca del lavoro, etc. L’ultima macro nicchia riguarda gli aspetti della vita privata: le relazioni (familiari, amicali, amorose, filiali, lavorative, etc), la vita spirituale, religiosa, la meditazione, cercare la pace interiore, l’amore, l’autostima, la comunicazione, affrontare il cambiamento, affrontare una crisi, cercare un nuovo scopo nella vita, trovare la propria strada, sviluppare la propria creatività, l’arte, la musica, sessualità, LGBTQ, bullismo, crescita personale, tecniche olistiche, etc. All’interno di queste nicchie esistono specifiche sotto nicchie che si occupano di educazione, di adolescenza, infanzia, senilità. Noi ci concentreremo su quest’ultima macro nicchia della vita privata.
Le mie nicchie
Io personalmente mi occupo della vita privata, non sono interessato né ho le esperienze per il settore del fitness e quello lavorativo (sebbene possa occuparmi di aspetti relativi alla vita personale di queste nicchie, come mi è già capitato di fare). Perché sebbene il coach non debba essere un esperto, in ambiti specifici come lo sport, la dieta, il lavoro è bene che egli abbia delle competenze (che non vuol dire essere dei mentor, ma avere familiarità con l’ambiente in questione, le dinamiche, i concetti di base).
Spiritualità
Essendo un ex monaco e tuttora interessato alla vita spirituale in ogni suo aspetto e con piena apertura mentale, è sicuramente una delle mie nicchie principali. Spiritualità non vuol dire religione, sebbene la includa, ma tutto ciò che ha a che fare con lo Spirito, come spiego bene in questo articolo e pure in questo. La ricerca spirituale include anche la creatività, l’espressione di sé, la ricerca della propria strada, la crescita personale, il rapporto col mondo invisibile che è il motore di quello visibile, la pace interiore, la felicità, l’integrità con se stessi, la risposta ai quesiti più profondi della vita come l’amore, la sofferenza, la morte, la perdita.
Comunicazione
Nonostante il progresso tecnologico che favorisce le opportunità e le modalità comunicative, è diventato sempre più difficile capire e farsi capire. Non esiste una materia a scuola dedicata alla comunicazione, in famiglia non ci si preoccupa di insegnarla ai figli, forse perché siamo i primi a non saperla padroneggiare, e troviamo uno scoglio insormontabile quando si tratta di comunicare con una persona del sesso opposto, soprattutto se ci sono dei sentimenti di mezzo. Eppure è una capacità che possiamo sviluppare, migliorare, coltivare con le dovute modalità.
Autostima e sicurezza di sé
Sempre più persone vivono una vita di dubbi e incertezze, che rende loro impossibile gestire la propria vita in modo libero e totale. Cercano sempre qualcuno che sappia loro dire cosa devono fare, quando, come e perché. Si fanno influenzare dal giudizio altrui e non riescono a esprimere se stesse se non in rari casi e con modalità estreme. L’autostima e la sicurezza di sé sono caratteristiche che possiamo sempre migliorare e fanno parte del bagaglio necessario ad affrontare le difficoltà di ogni giorno: il lavoro, la famiglia, l’amore, gli amici, la sessualità, la creatività. Essere sicuri di sé è l’opposto dell’essere pieni di sé, che di solito nasconde un carattere insicuro e debole. Autostima e sicurezza di sé sono le dirette conseguenze dell’amor proprio, che viene spesso minato dall’educazione, la scuola, la famiglia, la religione, la società.
Crescita personale
Tutto ciò che ha a che fare con la nostra crescita. Molti credono di smettere di crescere dopo l’adolescenza, quando sappiamo bene che non si finisce mai di imparare, di conoscersi, di scoprire il mondo. Nel mio percorso di vita ho conosciuto persone che dopo il pensionamento hanno continuato a studiare lingue, imparato a ballare, a dipingere, a fare massaggi, a potenziare le loro abilità, iniziato un romanzo, migliorato il loro carattere, iniziato a girare il mondo. Siamo chiamati a crescere, sempre, ogni giorno, ma non per motivi imposti da una religione, dalla morale o dalla società: è la vita che ci spinge a farlo e dovremmo semplicemente assecondare questo naturale impulso della nostra anima.
Relazioni
L’essere umano è un essere in relazione. Non possiamo evitarlo. Anche se spariamo dalla società facendo gli eremiti su un monte, continuiamo a essere in relazione con noi stessi e l’ambiente circostante. Mi fanno ridere le persone che si definiscono asociali e postano ogni 5 minuti su Facebook o Instagram: non è stando chiusi in casa attaccati ai social network che si può essere considerati asociali, semplicemente prediligiamo differenti metodi di socializzazione. Le relazioni sono infinite quanto le persone e ognuna è diversa dalle altre. Ogni relazione è come un essere vivente a sé stante che cresce, muta, muore, si trasforma e rinasce. Come tutte le cose, vanno sapute nutrire, accudite, coltivate, che siano di amicizia, familiari, di coppia, parentali, lavorative o di qualsiasi altro tipo.
Amore
Amore è una parola che oggi giorno dice tutto e niente. Se ne abusa, ne distorciamo il significato, lo adattiamo al nostro umore del momento. Innanzitutto è una parola che viene da Amor, latino, che si riferisce principalmente all’attrazione suscitata dalle forme fisiche esteriori. Con il cristianesimo, poi l’amor cortese e infine il romanticismo acquista un significato diverso: da un lato l’amore come sacrificio, incondizionato, che non si aspetta niente in cambio, dall’altro l’amore romantico, passionale, avventuroso. Per quanto mi riguarda l’amore è una danza costante di dare e ricevere e non si può, né tantomeno si deve, in quanto impossibile, pretendere di poter dare e basta (o di solo ricevere). La più bella definizione di amore, secondo me, la dà Massimo Troisi: “L’amore è quella cosa che tu sei da una parte, lui dall’altra, e gli sconosciuti si accorgono che vi amate”.
Discipline olistiche
Essendo un operatore olistico e insegnante di yoga, mi dedico anche a questo settore ormai così diffuso e purtroppo bistrattato, soprattutto dagli addetti ai lavori. Il mondo olistico è vasto e racchiude miriadi di tecniche e discipline, alcune molto discutibili, altre decisamente valide. In questo articolo affronto in parte la questione. Le tecniche in cui sono specializzato sono: shiatsu, massaggio tradizionale thailandese, tuina, massaggio svedese, lomi lomi nui, massaggio decontratturante, Indian head massage, sportivo (ho studiato anche connettivale e linfodrenante ma non mi considero un esperto). Sono anche formatore e tengo corsi di massaggio. Inoltre pratico e insegno yoga e meditazione profonda, specialmente hatha yoga, e studio le varie correnti spirituali che più mi interessano, come l’induismo, il tantra, il taoismo, il buddhismo, il cristianesimo, il sufismo, e varie religioni pagane come quella vichinga, quella greca, quella celtica, quella egizia e lo sciamanesimo.
Sessualità
In un mondo in post rivoluzione sessuale, in cui il libertinismo sembra abbia fatto più danni che altro, ci ritroviamo ancora a vivere la sessualità in modo sbilanciato: spesso come un tabù, altre volte come una perversione da sbandierare ai quattro venti. Si vedono ancora esternazioni di omofobia anche a livello estremo con violenze e omicidi, si trovano ancora culture in cui la donna ha delle limitazioni nell’espressione della propria sessualità. Vivere la propria sessualità in modo naturale e genuino sembra diventata un’impresa ardua. Sono molte le persone che hanno pratiche sessuali date dalla moda, dai condizionamenti sociali e culturali, dalla religione, dalla famiglia, dalla televisione, da youporn. Il sesso è un’energia potentissima, meravigliosa, espressione profonda dell’animo umano che si avvicina al divino, con la sua capacità di unire, dare piacere, creare.
Conclusione
Il coaching è una metodologia estremamente efficace ma come tutte le cose non è per tutti. Il modo migliore per saperlo, è provare. Io personalmente, così come molti altri life coach, offro una sessione introduttiva gratuita in cui è possibile sperimentare il coaching in modo diretto, semplice e veloce, così da capire se è una cosa che può fare al caso tuo. Affidatevi sempre a chi ha delle certificazioni, ma soprattutto a chi ha un vissuto significante, a chi è passato dalle varie fasi della vita e ne è saputo uscire, a chi ha viaggiato e conosciuto la varietà di culture e di persone che esistono ma soprattutto a chi è sempre in cammino alla ricerca sapendo di essere né più né meglio degli altri, a chi ha fatto e continua a fare un grosso lavoro su di sé.