Quella del Taiwan è una storia difficile e poco conosciuta. Innanzitutto non è Cina ma è uno stato a sé, anche se non sempre riconosciuto dagli altri paesi. Della Cina mantiene la cultura millenaria che la Repubblica Popolare Cinese ha attaccato e parzialmente distrutto con l’avvento di Mao. Ma non solo, Taiwan è uno stato molto progressista: è l’unico in tutta l’Asia ad aver riconosciuto l’unione omosessuale e in cui i gay possono sposarsi. Non ci sono le restrizioni che esistono in Cina e la libertà è uno dei capisaldi della politica taiwanese, come hanno dimostrato le recenti elezioni. Purtroppo sono pochi quelli che sanno della sua esistenza e in particolare gli italiani credono ancora che sia parte della Cina (con il recente problema del Corona virus, hanno bloccato i voli per la Cina includendo il Taiwan che ha appena 18 casi e nessun decesso). Questo articolo è per farlo conoscere meglio.

Un po’ di storia
“C’è solo una Cina. Taiwan non è indipendente. Non gode della sovranità come nazione, e questa rimane la nostra politica, la nostra ferma politica.”
Colin Powell
Preistoria e storia antica
Si sa per certo che il Taiwan è abitato da circa 30000 anni. I primi abitanti avevano origini indonesiane (tecnicamente chiamati austronesiani, imparentati con i popoli delle Filippine, della Malesia, dell’Oceania e della citata Indonesia. Il Taiwan è considerato la patria originale della famiglia linguistica austronesiane). Hanno vissuto indisturbati fino all’arrivo dei cinesi Han nel XVII secolo. Questi si insediarono lentamente nella parte occidentale dell’isola, spingendo gli aborigeni nelle zone orientali. Ci volle molto tempo perché l’Impero Cinese riconoscesse il Taiwan come parte dei propri territori.
Tempi moderni
Nel 1544 i portoghesi arrivarono in Taiwan e la battezzarono col nome di ilha formosa, che vuol dire isola bella. Vi rimasero per poco tempo. Nel 1623 vi sbarcarono gli olandesi e ne fecero una base per i commerci col Giappone e la Cina. Esercitarono il loro potere sull’isola fino al 1662. Durante questo dominio cominciano ad arrivare i primi migranti dalle coste del Fujian (Cina) che scappavano alle autorità Qing. Nel 1662 gli olandesi furono cacciati dall’esercito di Koxinga, lealista della dinastia Ming sopraffatta dai Manciù.
Nel 1683 il Taiwan fu annesso all’Impero della dinastia Qing ma l’isola fu sempre considerata poco interessante e i cinesi che vi abitavano tornarono in massa nel continente, rimanendo solo chi aveva sposato donne aborigene. L’immigrazione in Taiwan fu fortemente osteggiata dai Qing e pochi furono quelli che vi si trasferirono illegalmente, soprattutto dal Fujian, terra devastata dalle guerre. Lentamente il governo diventò più permissivo e nel 1811 si contano due milioni di cinesi Han in Taiwan. Continue faide fra clan rendevano difficile governare l’isola. Nel 1840 viene attaccata dai britannici per la Guerra dell’oppio e nel 1883 dai francesi impegnati nella guerra franco-cinese. Quando la Cina perse la guerra sino-giapponese il Taiwan fu ceduto ai giapponesi nel 1895.
Era contemporanea
Il dominio giapponese durò fino al 1945 imponendosi con dure repressioni contro i movimenti di ribellione. Furono i primi a occupare anche le zone lasciate dai cinesi in mano agli aborigeni. Il Giappone apportò molte migliorie strutturali nei trasporti, nelle infrastrutture, nel sistema economico. Quando l’impero nipponico firmò la resa dopo la seconda bomba atomica, il Taiwan tornò sotto il dominio cinese, amministrato dal Kuomintang, partito nazionalista cinese guidato da Chiang Kai-shek.
Con la vittoria di Mao e del partito comunista e la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese, Chiang Kai-shek fuggì in Taiwan portandosi dietro le riserve auree del paese e ciò che rimaneva dell’aviazione e la marina. Fece inoltre trasferire dalla Città Proibita di Pechino e dal Palazzo Imperiale di Nanchino il più alto numero possibile di manufatti, oggi custoditi nel National Palace Museum di Taipei. Questa divenne la capitale dei nazionalisti cinesi. Essi si ritenevano l’unica autorità legittima rappresentante l’intera Cina.
Disconoscimento da parte degli USA
Nonostante la Repubblica Popolare Cinese governasse ufficialmente la Cina e fosse riconosciuta come unica autorità, soltanto nel 1971 il Taiwan perse il proprio seggio di rappresentante della Cina e nel 1979 gli USA, rinnegando la precedente linea di condotta, smisero di riconoscere il Taiwan come stato legittimo. Dopo innumerevoli proteste, la legge marziale instaurata dal Kuomintang venne abolita dal figlio di Chiang Kai-shek negli anni ‘80.
Nel 2000 Chen Shui-bian vince le elezioni e si prodiga a redigere una nuova costituzione in cui si dichiara il Taiwan come stato sovrano e indipendente. La Cina reagisce minacciando l’intervento militare ma un accordo con gli USA obbliga quest’ultimi a intervenire in difesa del Taiwan in caso di attacco cinese. Fino a oggi la tensione fra la Repubblica Popolare Cinese e il Taiwan è alta ma la popolazione ha fatto sentire la sua voce rieleggendo Tsai Ing-wen del partito progressista democratico che lotta per l’indipendenza del Taiwan.
L’anima del Taiwan
“Siamo creature curiose, noi taiwanesi. Orfani. Alla fine, gli orfani devono scegliere il proprio nome e scrivere le proprie storie. La bellezza dell’essere orfani è la lavagna vuota.”
Shawna Yang Ryan

Taipei
Vi ho soggiornato per più di due settimane e devo dire che mi sono trovato benissimo. Nonostante sia la capitale e faccia 2.600.000 abitanti è una città abbastanza vivibile, a parte il traffico (problema che si ovvia con un motorino). Oltre Taipei si estende Nuova Taipei che conta quasi quattro milioni di abitanti. Misto di tradizione e modernità, la sua architettura è formata da diverse influenze: quella coloniale, quella cinese, quella giapponese e quella contemporanea. In essa si trova il tempio di Lungshan, il più antico santuario taoista della città e il grattacielo Taipei 101 che fino al 2009 deteneva il record di edificio più alto del mondo.
Centro commerciale, industriale e culturale di Taiwan, ha fatto nascere nuove mode esportandole in tutto il mondo, a cominciare dall’Asia. Fu infatti aperto a Taipei il primo Cat Café della storia, chiamato Il giardino fiorito dei gatti (猫花園), nel lontano 1998. Soltanto nel 2004 appare anche in Giappone, ad Osaka, per poi diffondersi nel resto del mondo. È invece della zona di Tainan la patria del Bubble Tea, nato negli ‘80 e diventato virale in Giappone negli ultimi anni.

Taiwanesi
Gli abitanti della capitale sono persone estremamente cordiali, socievoli e curiose. Ho conosciuto molta gente con un alto livello d’inglese con cui è stato facile entrare in relazione. L’ospitalità e l’accoglienza sono in assoluto le più alte che abbia mai ricevuto, anche più dei giapponesi, cosa che non credevo possibile. Sono diventato amico di molte persone del posto e con alcune sono ancora in contatto. Anche in altre città sono stato ospitato, tramite Couchsurfing, da persone squisite. Sebbene il retroterra culturale possa sembrare identico a quello cinese, in realtà sono molto diversi.
Innanzitutto non mangiano di tutto come avviene in Cina ma l’unica cosa strana che ho visto nei ristoranti è stato il serpente. Hanno un rispetto degli spazi e del prossimo simile ai giapponesi, pur essendo molto più rilassati e calorosi. Con loro si può parlare di tutto, dalla politica al sesso, dall’arte ai viaggi, dai cartoni animati al cibo (cosa non proprio banale, visto che in molti paesi asiatici certi argomenti sono tabù, tipo la politica). Senza ombra di dubbio credo che i suoi abitanti siano la parte più bella del Taiwan in assoluto e lo considero uno dei pochi paesi in cui mi piacerebbe vivere.

Cibo
Dopo gli abitanti, il cibo è la cosa più sensazionale. Decisamente economico, ha una grandissima varietà grazie alle varie influenze culturali. Si passa da ristoranti di lusso a cibo da strada da mangiare su sedie di plastica all’aperto, con tutte le varianti nel mezzo. Si può consumare a tutte le ore, con ristoranti aperti 24 ore su 24 o stand che vendono la loro specialità fino a tarda notte. Famosi i mercati notturni (ce ne sono più di uno per ogni città) in cui si può mangiare praticamente di tutto, bere succhi naturali di frutti tropicali, comprare vestiti e giocare ai classici giochi da luna park.


Inutile stare a elencare tutti i piatti, riporto quello che mi è piaciuto di più: tofu. I taiwanesi conoscono migliaia di modi di cucinarlo. Per noi occidentali (soprattutto noi italiani) il tofu è qualcosa di insapore che i vegani mangiano per punizione. Niente di più sbagliato! In Taiwan lo fanno sempre buonissimo, a parte il famoso stinky tofu o tofu puzzolente che proprio non sono riuscito a mangiare (loro ne vanno pazzi).



Altra prelibatezza sono le uova dei cento giorni, fantastiche! Si tratta di uova di gallina tenute per settimane, a volte mesi, sotto sale, limone e cenere e quando sono pronte il bianco è diventato gelatinoso e trasparente, di color marrone. Il tuorlo è marrone scuro, quasi nero. Il mio dolce preferito è la torta all’ananas, che è una specie di pasticcino ripieno di ananas, gustosissimo. La frutta, tropicale, è stranamente enorme e molto buona. l miei frutti preferiti sono il Dragon Fruit e il frutto della passione. Trovare ristoranti vegetariani è estremamente facile (molto più facile che in Giappone e Corea) e di solito costano meno dei ristoranti normali (come dovrebbe essere)!





Religione
A differenza di molti paese asiatici, il Taiwan è uno stato abbastanza religioso. La credenza più diffusa è il buddismo (35%) seguito a ruota dal taoismo (33%) e a distanza dai non credenti (18%). Seguono cristianesimo al 3,9% e tutta una serie di nuovi movimenti religiosi di ispirazione taoista o sincretista. C’è anche la religione folkloristica cinese che è molto seguita e si fonde col taoismo. Non manca il confucianesimo, sempre assimilato al taoismo. Infine i culti aborigeni sopravvivono nelle comunità indigene. Il tipo di buddismo più diffuso è il buddismo umanistico del tempio di Fo Guang Shan. Qua un approfondito articolo sull’argomento e sulla mia esperienza come volontario al tempio.






Quello che caratterizza la religione taiwanese, come in molti paesi dell’Asia, è lo spiccato sincretismo. I templi buddisti presentano spesso altari dedicati a divinità taoiste o viceversa. Non esiste una separazione netta fra i culti, che si intersecano e influenzano reciprocamente. A seconda delle esigenze personali, il devoto prega l’una o l’altra divinità, va da Buddha, dagli Immortali o dagli antenati a seconda del bisogno. Lo stesso accade per le festività religiose, in cui vari elementi si mischiano fra di loro armoniosamente. Molto forte il legame fra le associazioni mafiose e i movimenti religiosi, come in tutti i paesi d’altronde (il nostro non fa eccezione).
Superstizione
La religione è spesso associata al folklore e alla superstizione. Le feste legate a celebrazioni sacre sono molto folkloristiche, piene di colori, costumi, parate, recite, danze, rituali e tanti, tanti, tanti fuochi d’artificio. Il taiwanese prega spesso per ottenere qualcosa: soldi, lavoro, protezione, fortuna, amore, figli, passare un esame e via dicendo.

Una delle usanze più diffuse, nei templi, è quella di prendere in mano due pezzi di legno a forma di mezzaluna (chiamati Jiaobei) che presentano uno lato piatto e uno stondato, purificarli facendoli girare tre volte sopra il fumo dell’incenso, inginocchiarsi di fronte alla divinità, dire il proprio nome, data di nascita, residenza mentre agita i blocchi nella mano, formulare una domanda specifica e gettare a terra i pezzi di legno: se cadono con la parte stondata in alto la risposta è no; se cadono uno con la parte stondata e l’altro con la parte piatta, la risposta è sì; se cadono entrambi con la parte piatta in alto, la risposta può essere varia: no secco e gli dei ridono della domanda; oppure ridono perché il richiedente dovrebbe conoscere la risposta o perché la domanda è banale. Questo è solo un esempio delle tante pratiche superstiziose.

Scuola e inglese
Una delle esperienze più belle è stata essere invitato in varie scuole taiwanesi a parlare, tassativamente in inglese, del mio paese, la mia cultura e i miei viaggi. Tutto è successo grazie al Couchsurfing: ho conosciuto persone o che lavoravano a scuola come insegnanti di inglese o che avevano contatti con presidi o insegnanti. È stato estremamente facile e veloce visto che la burocrazia in Taiwan, almeno per queste cose, è veramente snella. In certi casi è bastato dirlo la sera prima per la mattina dopo. Sono stato in tre scuole a Keelung (elementari e medie), una a Kaohsiung (superiori) e una in Tainan (medie). Le scuole erano grandi e ben attrezzate sia per lo sport che per la tecnologia (ho visto stampanti 3D e smart board ovunque).

Ci tengono molto affinché gli studenti imparino bene l’inglese, sapendo quanto è importante e soprattutto che vedano altre culture oltre alla propria. Essendo una piccola isola ai confini del mondo rimane spesso fuori dalle rotte turistiche e commerciali. Molti ancora pensano che sia parte della Cina e non viene presa in considerazione nei propri itinerari di viaggio, questo impedisce a chi magari non ha molta possibilità di viaggiare di vedere stranieri e conoscere nuove realtà. I presidi e gli insegnanti usano tutti i mezzi possibili, anche Couchsurfing, per attirare stranieri da portare nelle scuole. Un dirigente scolastico in particolare è riuscito a far arrivare viaggiatori una volta a settimana per un anno. L’anno successivo ha ridotto a una volta ogni due settimane, perché effettivamente è impegnativo.

Aborigeni
Gli abitanti che hanno vissuto più a lungo sull’isola sono gli aborigeni austronesiani. Ci sono ancora diverse popolazioni discendenti da questi indigeni anche se molte si sono mischiate con i cinesi e i giapponesi; tutte, in ogni caso, si sono pressoché civilizzate, sebbene lottino per mantenere le loro lingue di origine, i loro riti e la loro cultura. Esistono almeno 12 diverse lingue indigene anche se alcuni studi sostengono che arrivano addirittura fino a 26. I gruppi etnici attualmente riconosciuti sono 16 ma si parla di altri 11 non ancora riconosciuti. Nonostante i numeri gli indigeni rappresentano meno del 2% della popolazione totale, che conta 23 milioni. Tanto viene fatto ai nostri giorni per sensibilizzare la popolazione dell’esistenza di questa realtà (che io ho scoperto solo visitando l’isola) organizzando festival di musica aborigena, mostre d’arte tradizionale, tour nei villaggi e via dicendo.
Curiosità
Un elenco di cose “strane” o “particolari” (almeno per noi occidentali) che ho incontrato in Taiwan. Una di queste è quasi la totale assenza di carta igienica. I taiwanesi, infatti, preferiscono usare i fazzoletti di carta, quelli che vendono in pacchi grandi che si tirano uno dietro l’altro. Questo sia nelle case private che nei luoghi pubblici come ristoranti, hotel, etc.

Nonostante il rapido sviluppo economico, tecnologico e culturale molte sono le tradizioni che tuttora permangono sull’isola. Non è raro trovare persone di più di trent’anni vivere ancora con i genitori e sottostare a regole come il coprifuoco entro una certa ora e via dicendo. In generale il rispetto per i genitori e i parenti più anziani è molto alto, fosse anche a livello di facciata.
La stragrande maggioranza dei semafori nelle città ha il timer che mostra quanti secondi mancano al che scatti il verde o il rosso, sia per macchine che per pedoni, rendendo più agevole lo scorrimento del traffico e sicuro l’attraversamento pedonale.
I ristoranti vegetariani “tradizionali”, ovvero non nati sotto la spinta della recente moda vegana/vegetariana ma con la necessità di sfamare i monaci buddisti o i devoti in generale, oltre ad avere prezzi molto bassi, sono contrassegnati dal simbolo della svastica, che è il simbolo buddista per eccellenza.

I parchi sono sempre pieni di persone, bambini, famiglie ma soprattutto anziani che si ritrovano, socializzano e fanno esercizi ginnici all’aria aperta: siano essi una comune ginnastica, tai chi, qi gong o altro. Ho visto anche gruppi di danza e di tamburo giapponese.

Extra
Un simpatico video dove bevo il veleno di serpente e altri fluidi a me sconosciuti
Conclusioni
Il Taiwan è un paese sconosciuto ai più, soprattutto in Italia, che lo identificano erroneamente con la Cina. Eppure contiene tante di quelle ricchezze racchiuse in uno spazio limitato che lo rende un paese da non lasciarsi sfuggire: montagne che sfiorano 4000 metri, gole meravigliose, foreste tropicali, cibo succulento, spiagge uniche, varie specie endemiche di animali, tanta cultura che varia da quella aborigena a quella cinese ma soprattutto delle meravigliose persone pronte ad accogliervi e a farvi vivere un’esperienza indimenticabile.


Per l’articolo sul mio viaggio in Taiwan con foto originali rimando qua.
Vi ricordo che è possibile finanziare i miei viaggi e quindi i miei articoli! Grazie!